giovedì 19 dicembre 2013

Un sogno per natale.

Caro Giallo,
 E da un po' che non ci sentiamo e la tua faccia buffa, lo ammetto, mi manca.
Infondo insieme abbiamo condiviso parole, insicurezze, paure, sorrisi e sogni..

 Sogni.

 Perché loro sono fatti per essere messi in un cassetto senza chiave per farci sbirciare dentro le persone giuste. E una volta data un'occhiata , inevitabilmente, tutto quel contenuto si prende una parte nel cuore sincero di chi spia.

Non sapevo chi fossi, ora penso di conoscerti ma non saprò mai chi sei.

Eppure oggi ho visto una parte di quel sogno realizzato e mi sono sentita viva anch'io. Non so spiegare perché o come .. Ma l'idea di veder aperto quel cassetto sapeva di felicità ' e mi rendeva contenta per te.

 Caro Giallo ,
Vorrei chiederti come ci si sente. Cosa si prova a raggiungere un sogno, cosa si prova a veder ricambiati in positivo tutti i sacrifici fatti. Come ci si sente a rendere fieri gli altri e farli sorridere.
Probabilmente, quasi certamente, mi risponderesti con le tue solite insicurezze.

 " eppure ci manca sempre qualcosa " Canta un nostro amico.
 ..e magari alle volte sentirsi sbagliati serve a gioire di più quando ci si sentirà finalmente giusti.

 Caro giallo,
ho capito che coltivare i sogni e' la più grande soddisfazione. E la condivisione con chi ne apprezza il raccolto e' la felicita'.

 Un cassetto dei desideri non ha senso se resta chiuso e oggi, guardando il tuo viso mentre annunciavi la realizzazione del tuo sogno, ho pensato :

 - Ecco,meriteremmo tutti un sogno per natale. 


Caro Giallo, se fossi reale, potrei metterti nel mio cassetto?
..decidi e mentre provo a far spazio nel disordine sbircia quando vuoi.


lunedì 16 dicembre 2013

Monologhi convenzionali

A gestire la tristezza siamo tutti diversi.
C'è chi si chiude, chi vorrebbe aprirsi ed esorcizzarla con la gioia di avere qualcuno a cui esprimerla.
Ma la maggior parte delle volte finiamo per parlare a noi stessi.
Così inizia la fiera delle belle parole, dei rimproveri, delle frasi convenzionali.
Bene , le ripetiamo mille volte. E più..
..a ripetizione: "smettila di crederci", "svegliati" "sii meno ingenuo".

Diciamocelo, siamo bravissimi nei nostri monologhi interiori, così bravi da iniziare davvero a crederci.
Così, smettiamo ( crediamo di aver smesso ) di sentire senza filtro tutte le  parole che ci vengono dette, selezioniamo i gesti, valutiamo la realtà di un sorriso o il dolore delle lacrime. Senza eccezioni.
Smettiamo di comprendere, di capire, parlare..
pensare..

no.. pensare no.
per quanto male possa fare un pensiero non puoi allontanarlo.
Quando corri per fuggire il corpo si muove ma il cuore resta fermo e ad accelerare sono solo i battiti.

..e quello è l'attimo che ti frega.

Perchè quando "pensi" non smetti di "sperare".
E ricominci a credere, giustificare, sognare, amare, farti male e sorridere dei graffi e di quelle parole ...un pò convenzionali che continuerai a ripetere in quei monologhi paralleli,
infinite volte..